Sharenting: cos'è, perché è rischioso e come proteggere i tuoi figli online
Quando ho sentito per la prima volta il termine sharenting, mi sono chiesto di cosa si trattasse, poi ho capito che, senza saperlo, anche io ne ero stato parte. Se sei un genitore e hai pubblicato almeno una foto di tuo figlio sui social, forse lo sei anche tu!
ATTENZIONE: lo sharenting non è solo un gesto affettuoso e spontaneo, può nascondere rischi seri per la sicurezza e la privacy dei più piccoli.
In questo articolo ti spiego cos'è lo sharenting, perché dovremmo preoccuparcene e come difendersi in modo consapevole.
Nessun allarmismo, solo realtà, spiegata in modo semplice e diretto.
Che cos'è lo sharenting?
Lo sharenting è l'abitudine sempre più diffusa dei genitori di condividere online, in particolare sui social network, foto, video, informazioni e aggiornamenti riguardanti i propri figli.
Il termine nasce dall’unione delle parole inglesi sharing (condividere) e parenting (essere genitori). In italiano potremmo tradurlo come “genitorialità condivisa”, ma l'espressione non rende completamente l’idea, poiché lo sharenting non riguarda la condivisione della responsabilità educativa, bensì quella digitale, fatta spesso senza il consenso dei diretti interessati: i bambini.
Perché lo sharenting può essere pericoloso?
So che molti genitori condividono contenuti con le migliori intenzioni: per mostrare orgoglio, per cercare supporto, per conservare ricordi. Il problema, però, è che quello che pubblichiamo oggi, resterà online per sempre ed è accessibile da chiunque, anche da chi non dovrebbe.
Ecco alcuni rischi concreti legati allo sharenting:
1. Violazione della privacy dei minori
Un bambino non può scegliere consapevolmente se vuole che la sua immagine sia pubblicata. Ogni foto o video che lo riguarda è un pezzo della sua identità digitale costruita senza il suo consenso.
E quando crescerà? Potrebbe non essere d'accordo con ciò che è stato pubblicato anni prima e sentirsi esposto o perfino umiliato.
2. Uso improprio delle immagini da parte di terzi
Immagini apparentemente innocenti, come quella di un bambino al mare o mentre gioca, possono essere prese, modificate o usate da malintenzionati.
Ci sono stati casi in cui foto di bambini sono finite in siti pedopornografici e posso assicurarti che non è uno scenario ipotetico: succede davvero.
3. Furto di identità digitale
Con le informazioni che i genitori pubblicano sui social (nome del bambino, data di nascita, scuola frequentata, ecc.) è possibile ricostruire profili completi, che possono essere sfruttati per truffe online o furti d’identità.
4. Cyberbullismo e danni alla reputazione futura
Immagina che tuo figlio, ormai adolescente, scopra che esiste un video virale di quando faceva una scenetta buffa da piccolo; potrebbe viverlo come un’umiliazione, inoltre quel contenuto può diventare un'arma per coetanei senza scrupoli, o compromettere la sua immagine in futuro, persino nel mondo del lavoro.
Come difendersi dallo sharenting? Suggerimenti pratici
Io ho iniziato a pensarci seriamente solo dopo aver letto alcune storie reali, per questo oggi, consapevole dei rischi reali, voglio condividere con te suggerimenti semplici ma efficaci per proteggere tuo figlio.
1. Chiediti sempre: è necessario pubblicare questo contenuto?
Prima di postare, domandati:
👉 “Se fosse una mia foto, vorrei che fosse online?”
👉 “Sto rispettando la dignità di mio figlio?”
2. Limita le impostazioni di privacy
Se proprio vuoi condividere, fallo in modo limitato:
- Imposta i tuoi profili come privati
- Usa le liste di amici selezionati
- Evita tag geolocalizzati o riferimenti a scuola, quartiere, hobby
3. Evita dettagli personali
Mai pubblicare:
- Nome completo
- Data di nascita
- Documenti o referti medici
- Situazioni vulnerabili o intime
4. Ascolta tuo figlio, anche se è piccolo
Se tuo figlio ha già 4 o 5 anni, chiedigli cosa ne pensa. Ti sorprenderà. Abitualo a sentirsi coinvolto e a difendere la propria immagine, questo gli darà sicurezza e lo renderà più forte anche in futuro.
Consigli per evitare lo sharenting
Prima di salutarci voglio lasciarti alcuni consigli meno noti, ma molto efficaci:
- Crea un diario digitale privato: invece di postare sui social, usa app dedicate per conservare ricordi in modo sicuro
- Organizza “album per amici” con accesso ristretto via link su Google Foto
- Utilizza watermark sulle foto, per tracciarne l’eventuale diffusione
- Attiva alert con Google Alert sul nome del bambino, per monitorare se viene citato online
- Parla con altri genitori: confrontarsi è il primo passo per cambiare davvero
Proteggere la privacy dei nostri figli online non è solo una scelta responsabile, ma un atto d’amore. Prima di condividere una foto o un momento privato, chiediamoci: è davvero necessario?
Lo sharenting può sembrare innocuo, ma le conseguenze possono essere profonde e durature. Coltiviamo una cultura digitale più consapevole, dove il rispetto e la sicurezza dei minori vengano prima di like e condivisioni.
Ogni piccolo gesto di attenzione oggi può fare una grande differenza nel loro futuro.
Autore: Pasquale Romano Linkedin
